La storia del Foeniculum vulgare e i suoi usi
Dietro la dolce magia di una tisana profumata possono esserci piante assai antiche, come il Foeniculum vulgare, o Finocchio Selvatico, appartenente alla famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere) e conosciuto, sin dai tempi antichi, per le sue proprietà organolettiche. La sua coltivazione, iniziata circa nel 1500, è originaria delle zone mediterranee e in Italia, in particolare, avviene lungo le zone costiere e fino a 1000 metri d’altezza.
Si tratta di una pianta erbacea perenne, a volte biennale, che ha fusti ramificati, alti fino a un metro e mezzo. Il suo nome “foeniculum”, diminutivo di “foenum”, “fieno” in latino, viene proprio dalle sue foglie sottili e dalla sua somiglianza alle piante di fieno. I suoi fiori gialli crescono in ampie ombrelle e il frutto aromatico, spesso chiamato erroneamente “seme”, viene utilizzato come parte principale della pianta.
Il finocchio selvatico è anche un’erba officinale che viene usata a scopo medicinale sin dall’antichità e che oggi viene coltivata in tutto il mondo non solo per il suo uso in cucina, ma soprattutto per le sue molteplici proprietà benefiche: è ricchissimo di nutrienti come vitamina C, calcio, ferro e potassio. Ma ha anche proprietà antiossidanti e antinfiammatorie che possono aiutare a ridurre il rischio di malattie croniche, come il cancro e le malattie cardiache.
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